Dal punto di vista geologico, il pilone è il risultato dell’azione millenaria del mare sulle falesie calcaree del Gargano. Il moto ondoso ha isolato questa porzione di roccia, creando un monolite naturale che oggi rappresenta uno dei simboli più affascinanti della costa viestana.

Secondo la tradizione orale, in tempi remoti un eremita -  forse un monaco benedettino - si ritirò in questo tratto di costa per condurre una vita solitaria e di preghiera. La leggenda narra che l’uomo, deluso dal mondo e in cerca di redenzione, costruì una piccola capanna in una grotta vicino al mare. Ogni giorno si recava sullo scoglio, dove meditava e pregava rivolto all’orizzonte.

Si dice che, alla sua morte, il mare si fece improvvisamente calmo, e che la sua figura sarebbe rimasta scolpita nella pietra, come segno eterno della sua fede e del suo distacco dal mondo terreno.

Il Gargano, nei secoli, ha ospitato vari ordini religiosi, tra cui i Benedettini e i Francescani, ed è noto per i suoi eremi nascosti e per i santuari rupestri. La leggenda del Pilone del Monaco si inserisce perfettamente in questa cornice spirituale, dove natura e religione si fondono in modo quasi mistico.

Il nome stesso del pilone ha valenze simboliche: “monaco” richiama la solitudine, l’ascesi, il contatto diretto con Dio attraverso la natura. In effetti, l’intero promontorio del Gargano è costellato di simboli cristiani, pellegrinaggi e storie di miracoli.

Si dice che, alla sua morte, il mare si fece improvvisamente calmo, e che la sua figura sarebbe rimasta scolpita nella pietra, come segno eterno della sua fede e del suo distacco dal mondo terreno.

Oggi il Pilone del Monaco è meta di escursioni in kayak o in barca, ed è fotografato da chi percorre la litoranea costiera. È anche parte del paesaggio protetto del Parco Nazionale del Gargano, che tutela le bellezze naturali e storiche.